Opportunità di carriera nel settore agroalimentare
Opportunità di carriera nel settore agroalimentare
Come nel caso della moda [ vedi articolo], il Made in Italy in campo alimentare è una grande risorsa del nostro paese, non solo in fatto di tendenze, ma anche come nuove opportunità lavorative. Se il tuo sogno è quello di far parte di questo mondo non demordere: c’è qualche novità.
Nel corso di Expo Milano 2015 è stato rilasciato un report sulle “Professioni del cibo”, titolo stesso del documento, nel quale viene celebrato il cibo come veicolo del piacere della tavola ma anche come possibilità di carriera e, di conseguenza, di guadagno. Il settore agroalimentare italiano copre il 13% del PIL nazionale, aspetto fa ben sperare in una ripresa di quel mercato del lavoro in termini di nuove risorse e di figure professionali.
Tra il 2001 e il 2009 la produttività del settore ha avuto momenti altalenanti, mentre dal 2009 al 2022, nonostante la riduzione delle aree adibite alla coltivazione, si è chiuso l’anno senza perdite, anche grazie all’affiancamento di esperti qualificati nel settore del marketing e dell’area commerciale, le cui innovazioni hanno inciso fortemente sul risultato.
Su una ricerca effettuata tra il 2020 e il 2023 sulle assunzioni delle aziende agroalimentari, il casaro [vedi articolo] è al primo posto, seguito subito dopo dall’enologo [vedi articolo] e dall’agronomo [vedi articolo]. Le figure professionali e qualificate più richieste in campo industriale sono invece il responsabile di produzione, il tecnologo della produzione ed il responsabile del controllo qualità.
Le aziende più propense ad assumere sono quelle di medie-grandi dimensioni, perché con uno sguardo rivolto verso al futuro, stanno pianificando una espansione anche sul suolo europeo e non solo nazionale. Le aziende più dinamiche in questo senso sono quelle di trasformazione e produzione, ma più di tutti le associazioni dei produttori, con una percentuale di nuovi assunzioni che varia dal 48,2% al 50%.
I profili che vengono richiesti sono di alto livello: questo si ottiene – in mancanza di esperienza – con una specializzazione di studio nel campo, per poter garantire all’azienda di essere competitiva sul mercato. La grande notizia è che dal 2020 al 2023 le previsioni sono più che positive: il 62,7% delle aziende dimostrano una volontà di assunzioni a tempo indeterminato, con varie tipologie di contratto che variano a seconda del tipo di lavoro offerto.
L’agricoltura è la base della coltura.
Maurice Bèjart